Rivoluzionare le transazioni immobiliari, precedentemente bloccate da piccoli dettagli formali che comparivano al momento del rogito, ridurre l’utilizzo del suolo, recuperare le proprietà esistenti, aiutare le autorità locali con le pratiche di regolarizzazione e demolizione, favorire il mercato delle locazioni rendendo abitabili gli immobili che attualmente non sono conformi e agevolare i cambiamenti di destinazione d’uso. E soprattutto modernizzare un Testo unico sull’edilizia (dpr n. 380/2001) di oltre 20 anni fa che non è più in grado di rispondere alle necessità del patrimonio edilizio italiano.
Le finalità di queste nuove misure cambiano l’operatività degli specialisti dell’edilizia ed il comparto burocratico.
Per realizzare tutto ciò, il disegno di legge di conversione del decreto legge Salva casa (approvato dalla Camera dei deputati e ora destinato a un’approvazione al Senato che dovrà varare definitivamente il testo entro il 28 luglio) si basa su una norma che rappresenta la base di tutto il provvedimento e consente la regolarizzazione delle irregolarità minori (quelle che rientrano nei limiti delle tolleranze costruttive) e anche delle modifiche essenziali, definite dall’articolo 32 del Testo unico sull’edilizia e specificate dalla legislazione regionale.